Le ultime annate agrarie hanno visto un’impressionante caduta del reddito dei produttori di mele e uva, al punto che – dall’abbandono gia’ in essere da alcuni anni di rilevanti superfici coltivate a vite e a meleto – si rischia un abbandono di massa di vigneti e frutteti in quanto i produttori, dopo anni di deficit dei bilanci aziendali, non sono piu’ disposti a mettere i propri risparmi di una vita per azzerare le perdite delle loro aziende.
Questo produrrebbe un disastro sulla tenuta del territorio, sul reddito e sull’occupazione nella nostra provincia.
Nel settore frutticolo il mancato collegamento del prodotto MELA al territorio (come avviene in Trentino con Melinda), ha prodotto il risultato di vendere a basso costo le nostre pregiate mele e riconoscere poco piu’ di 20 centesimi di euro al kg ai produttori, che ne spendono – in base ad attente analisi di soggetti abilitati – almeno 35 per produrle.
Dobbiamo anche chiederci cosa non funziona nella cooperazione, visto che la fusione delle 3 cooperative non ha portato ai risultati attesi.
Forse non ci sono state le ottimizzazioni produttive che dovevano esserci, con risparmi di costi di gestione; rimane il fatto che la base produttiva dei Frutticoltori e’ scollata/scollegata dai vertici della cooperazione (un fatto esemplificativo si riscontra nella mancata adesione della base al progetto della mela rokit, che doveva rappresentare un punto di rilancio del sistema cooperativo frutticolo).
Anche nel settore vitivinicolo la musica non cambia di molto;
e’ stato chiesto ai produttori di produrre un uva di alto livello, con un attento lavoro di selezione e riduzione delle produzioni ad ettaro al fine di aumentare il livello qualitativo, ma – nonostante gli sforzi prodotti – il ritorno economico ai produttori non c’e’ stato e non c’e’.
CAPITA PERO’ – SEMPRE PIU’ SPESSO NEGLI ULTIMI TEMPI, IN BASE AD ANALISI DI MERCATO – CHE ALCUNE AZIENDE VITIVINICOLE LOCALI METTANO SUL MERCATO BOTTIGLIE DI VINO A PREZZO MOLTO BASSO, TROPPO BASSO RISPETTO A QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE IN BASE AL COSTO DI ACQUISTO DELL’UVA DELLA NOSTRA PROVINCIA; QUESTE VENDITE “SOTTOCOSTO” CREANO UN PO’ DI PROBLEMI AGLI EQUILIBRI DEL SISTEMA PRODUTTIVO VITIVINICOLO PROVINCIALE IN QUANTO, IN QUESTO MODO, LE AZIENDE TRAFORMATRICI NON RIESCONO A RICONOSCERE UN PREZZO ADEGUATO AI PRODUTTORI DI UVA, NON RICONOSCENDO A LORO IL VALORE AGGIUNTO DELLA PRODUZIONE DI ALTA QUALITA’ E DEL TERRITORIO CHE RAPPRESENTANO.
CI SI AUSPICA CHE L'AZIONE CHE STA SVOLGENDO IL CONSORZIO DI TUTELA VINI POSSA PORTARE UN RIEQUILIBRIO ALLA VICENDA ED EFFETTI POSITIVI ALL’INTERO SETTORE.
in questi ultimi anni anche le istituzioni hanno messo impegno e risorse per dare una mano al settore vitivinicolo e frutticolo, anche finanziando campagne di promozione ed altre iniziative, ma anche qui i risultati sperati non si sono visti.
Coldiretti, vista la rilevanza dei suoi compiti di difesa dei produttori e del territorio, non vuole mollare: chi si offre per affiancarla e portare a casa la salvezza DEI PRODUTTORI, delle produzioni e del territorio provinciale?