7 Luglio 2023
Agricoltura, “montagna al centro” nelle strategie di sviluppo Coldiretti Sondrio incontra gli assessori Beduschi e Sertori

SONDRIO - Garantire l'operatività delle imprese agricole riconoscendone il ruolo del presidio montano e la grande eterogeneità propria dell'area valtellinese e chiavennasca. Questo il tema centrale dell'incontro di Coldiretti Sondrio, oggi pomeriggio, con gli assessori Alessandro Beduschi (agricoltura, sovranità alimentare e foreste) e Massimo Sertori (enti locali, montagna, risorse energetiche, utilizzo risorsa idrica), insieme alla consigliera regionale Silvana Snider. Il presidente di Coldiretti Sondrio Sandro Bambini ha rimarcato la centralità del settore primario in provincia di Sondrio, nonché la necessità “di promuovere il territorio attraverso la valorizzazione delle produzioni tipiche e perseguire un'agricoltura multifunzionale, sostenibile e localmente radicata. In un'epoca in cui l'economia globale favorisce la delocalizzazione delle produzioni e l'abbassamento dei costi a discapito dell'ambiente, della salute e del benessere sociale, diventa fondamentale che il territorio assuma un ruolo centrale. Ciò si otterrà grazie a politiche che ascoltino attentamente le aziende agricole e la rappresentanza del mondo agricolo”.
I quattro vicepresidenti di Coldiretti Sondrio (Benedetto De Campo, Marco Silvestri, Luca Balgera e Daniele Fallini) hanno riportato ai due assessori le principali tematiche e criticità del settore produttivo agricolo della provincia.

Il ruolo identitario dell'agroalimentare valtellinese e il tema eroico dell'agricoltura di montagna è stato rimarcato anche dall'assessore Beduschi: “Gli stessi muretti a secco sono monumenti vivi di storia e identità che consentono di mantenere un equilibrio idrogeologico, anche in simbiosi con la pianura. I Psr (piani di sviluppo rurale) devono e dovranno sempre più guardare alla specificità dei territori. E servirà scrivere un Psr del mondo della montagna”.
Centralità montana ribadita anche da Sertori: “è importante prendere atto che la Valtellina può dare tantissimo anche al di fuori della provincia di Sondrio. Ma occorre capire che ha una sua specificità, e che il suo mantenimento vede il ruolo centrale e imprescindibile degli agricoltori”.

Alcuni punti di riflessione riguardano i settori chiave dell'agricoltura valtellinese: sul fronte della semplificazione, è necessario migliorare l'accesso al credito per i giovani agricoltori e avviare uno screening che tenga conto delle peculiarità montane dell'intera provincia.
Riguardo al settore zootecnico, si è sottolineata la necessità di migliorare il collegamento tra il fondovalle e le zone di alpeggio, potenziando le infrastrutture e creando una rete di collegamento telefonico e internet. Inoltre, riconoscere il valore aggiunto delle aziende che monticano con animali da latte e che quindi rivestono un ruolo di presidio del territorio.
Va inoltre promosso il miglioramento del pascolo attraverso pratiche di ripristino del cotico erboso e bandi per la sistemazione di aree danneggiate, mentre elemento di forte innovazione sarà favorire lo sviluppo di energie rinnovabili a servizio delle strutture d'alpe.
Per il comparto vitivinicolo, è importante valorizzare i muri a secco e semplificare le procedure per la ricostruzione e, nel contempo, creare punti di approvvigionamento idrico per impianti irrigui. L'estrema parcellizzazione dei vigneti valtellinesi e chiavennaschi implica la necessità di incentivare il riordino fondiario e l'accorpamento aziendale.
Relativamente alla frutticoltura, vanno incentivati i reimpianti con impianti più produttivi e favorita la realizzazione di impianti di irrigazione antibrina per contrastare le gelate tardive, nonché sostenere il riordino fondiario e la commercializzazione del prodotto montano.
Riguardo al settore apistico, viene evidenziata l'importanza i riconoscere l'aggravio dei costi legati al nomadismo apistico e prevedere un supplemento per tale pratica.
Non ultimo, il tema del lupo e dei selvatici: la realtà contingente impone di realizzare un programma di analisi della predazione da lupo e grandi carnivori per individuare punti deboli nelle misure di prevenzione, attivando nel contempo servizi di consulenza per gli allevatori e una banca dati sugli allevamenti e sviluppare un sistema di accertamento danni: “Su questo punto, l'assessore Sertori ha annunciato un lavoro di concerto con le vicine regioni dell'arco alpino. Raccogliamo positivamente questa novità – conclude il presidente Bambini – e il fatto che si prenda atto della forte attualità di questa problematica”.

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