20 Marzo 2014
La Mafia nel piatto con le etichette criminali – “Anche così rovinano il buon nome dell’Italia”

Dalla mafia che tenta di infiltrarsi nella gestione delle aziende agricole a quella che entra nel piatto. Il crimine organizzato inquina l’economia anche solo con il nome, come ha scoperto la Coldiretti che per la prima volta ha censito gli esempi più scandalosi di prodotti agroalimentari, venduti in Italia, in Europa e nel mondo, con nomi che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme dell’iconografia mafiosa. La ricerca è stata illustrata oggi a Roma, nell’ambito della presentazione della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, promossa dalla Coldiretti con la Presidenza del Comitato Scientifico del procuratore Giancarlo Caselli. 

“Dopo aver sfruttato le immagini della bellezza dei nostri territori, adesso il marketing industriale agroalimentare punta sui simboli e sui nomi che richiamano l’ambiente del crimine organizzato per vendere prodotti alimentari che con l’Italia non c’entrano nulla, ma che sfruttano stereotipi negativi per fare business sul buon nome delle nostre produzioni. E’ una vergogna!” spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia che insieme a tutti i presidenti delle Federazioni provinciali della Coldiretti Lombarda sta partecipando ai summit in difesa dell’agroalimentare italiano. 

Il Presidente della Coldiretti nazionale Roberto Moncalvo ha chiesto “l’intervento delle Istituzioni nazionali e comunitarie per porre fine ad un oltraggio insopportabile” alla vigilia dell’incontro del Santo Padre con le vittime delle mafie il 21 marzo, nella "Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie" promossa dalla Fondazione "Libera".

Fra i prodotti che la Coldiretti ha trovato in vendita sui mercati internazionali ci sono ad esempio le noccioline “Chilli Mafia” aromatizzate al peperoncino, la “Sauce Maffia” a Bruxelles, la pasta “Mafia” a Taiwan, le spezie “Palermo Mafia Shooting” in Germania, la salsa piccante “Wicked Cosa Nostra” in California o l’amaro “Il Padrino”.

“Se non fosse drammatico, questo richiamo al crimine organizzato sarebbe ridicolo – commenta Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – visto che la lotta al crimine organizzato è ormai uno dei valori fondanti della nostra società civile e considerato lo sforzo delle forze dell’ordine per contrastare l’attività della mafia in Italia e all’estero”.
Il Presidente provinciale Coldiretti di Sondrio, Alberto Marsetti, commenta che “si deve dare atto alla lungimiranza della Confederazione Nazionale Coldiretti che, come sempre, riesce a mettere a fuoco ed a studiare soluzioni non solo per le problematiche legate al settore agricolo – che rimangono prioritarie – ma anche le tematiche come queste, che riguardano il sistema paese. Si sapeva da tempo che la criminalità organizzata aveva messo gli occhi sul business dell’agroalimentare (sono coinvolti anche 2 comuni della nostra provincia nella lista dei territori nei quali la mafia ha messo le proprie radici, acquisendo delle proprietà agricole) e, quindi, anche nella nostra provincia dobbiamo vigilare per isolare il fenomeno. Ora, con la creazione di questo “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, promossa dalla Coldiretti, si sta operando per portare al centro del dibattito nazionale questa inquietante problematica e trovare la strada per uscirne al più presto, cercando – nel frattempo – di limitare i danni connessi a questo inquinamento mafioso”.
In Lombardia, ad esempio, sono stati sequestrati alla criminalità organizzata 50 terreni agricoli e fabbricati rurali in 29 comuni fra Milano, Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Pavia, Sondrio e Varese. In totale sono 184 i centri dove lo Stato è intervenuto – spiega la Coldiretti regionale - delineando una “mappa della presenza mafiosa” che interessa, a livello di sequestri, il 12% del territorio lombardo e riguarda, per la maggior parte, appartamenti, ville, box, capannoni e attività commerciali.

In totale in Lombardia sono 1.186 i beni sequestrati: si tratta della prima regione del centro nord e la quarta in Italia dopo Sicilia, Campania e Calabria. In provincia di Milano il 43% dei comuni (58 su 134) e in quella di Monza il 24% (13 su 55) è stata interessata dalla confisca di appartamenti, box, aziende, capannoni, attività commerciali e terreni agricoli riconducibili al crimine organizzato. La stessa cosa è avvenuta per quasi il 16% dei comuni bresciani (32 su 206), per il 13,5% di quelli in provincia di Varese (19 su 141), per il 10% in provincia di Como (16 su 160).

Un tema, quello della legalità e della sicurezza alimentare che verrà anche affrontato la prossima domenica 23 marzo 2014 al convegno che si terrà a Bergamo alle 10.30 presso la Sala del Mosaico del Palazzo dei contratti della Camera di Commercio e che avrà come tema “Legalità e responsabilità alimentare : la sfida di Expo per l’agricoltura del futuro” in occasione della tappa bergamasca di “Lombardia Expo Tour”.

Al convegno – spiega la Coldiretti Lombardia – oltre all’ex procuratore Caselli ci saranno: Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, Alberto Brivio Presidente Coldiretti Bergamo, Cosimo Piccinno Generale D. Comandante Carabinieri NAS, di Mons. Vittorio Nozza Vicario episcopale per i laici e per la pastorale, Gianni Fava assessore Agricoltura Regione Lombardia, Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti, Roberto Maroni presidente Regione Lombardia e Maurizio Martina Ministro Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

LA MAPPA DELLE PROPRIETA’ MAFIOSE IN LOMBARDIA

PROVINCIA             COMUNI                   TOT COMUNI         PESO SU TOT COMUNI
Varese                        19                       141                              13,5  %
Bergamo                     11                       244                               4,5  %
Brescia                       32                       206                              15,5  %
Como                         16                        160                             10,0   %
Cremona                      3                       115                               2,6   %
Lecco                         11                         90                             12,2   %
Lodi                             5                         61                               8,2   %
Mantova                       3                        70                                4,3   %
Milano                        58                       134                              43,0   %
Monza Brianza            13                        55                               23,6   %
Pavia                         11                       190                                5,8   %
Sondrio                       2                         78                                2,6   %
LOMBARDIA                184                            1.544                                   11,9   %

(Fonte: Elaborazione COLDIRETTI LOMBARDIA su dati Anbsc)

Fabio Bonaccorso
Responsabile Comunicazione Relazioni Esterne
Federazione Regionale Coldiretti Lombardia
                           

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