SONDRIO – Di fronte alla moltiplicazione ormai fuori controllo dei cinghiali, “la prevenzione è fondamentale per evitare gravi emergenze sanitarie come quella che siamo ora costretti ad affrontare” dopo il rinvenimento di alcune carcasse di cinghiale tra Piemonte e Liguria vettori di Peste Suina Africana. Lo sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini nel rimarcare positivamente l’annuncio dell’assessore regionale Fabio Rolfi sull’istituzione di un’unità di crisi promossa da Regione Lombardia coordinata dalla U.O. Veterinaria (DG Welfare) e composta da rappresentanti della DG Agricoltura, della DG Protezione civile, dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, dei Dipartimenti Veterinari delle Ats, della Polizia provinciale e dei Carabinieri forestali.
Abbiamo più volte evidenziato a livello nazionale e territoriale il rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i cinghiali - continua la Coldiretti Lombardia - e la necessità della loro riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.
La Peste Suina Africana che – precisa la Coldiretti – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, non è invece trasmissibile agli esseri umani. Un possibile veicolo di contagio possono essere proprio i cinghiali, il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in tutta Italia fino a superare i due milioni di esemplari secondo le ultime stime. Questi ungulati provocano danni ingenti agli agricoltori e costituiscono un grave rischio per la sicurezza dei cittadini: sulla base dei dati regionali, sono almeno novemila in dieci anni gli assalti dei cinghiali sul territorio tra campagne e incidenti stradali.
La Lombardia è la prima regione per numero di maiali allevati: sono infatti quasi 4 milioni e mezzo i capi presenti nelle aziende lombarde, pari al 53% del totale nazionale. Adesso “serve subito un’azione sinergica su più fronti per tutelare e difendere gli allevamenti dalla grave minaccia della peste suina africana che rischia di causare un gravissimo danno economico alle imprese. Servono interventi immeditati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti ma occorre anche monitorare attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno del settore”.
Si ravvisa infine la necessità di avviare iniziative comuni anche a livello europeo perché – conclude Marchesini – “è dalla fragilità dei confini naturali del Paese che dipende l’elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplare portatori di peste”.